Lo scalpellino, un operaio tra artigiano e scultore della pietra, rientra tra quelle figure che hanno segnato il tempo dell’umanità attraverso i manufatti marmorei, lapidei, ornamenti di cattedrali, chiese, nonchè emblemi di famiglie nobili (stemmi) ed ecclesiastici, decorazioni di palazzi, pavimentazioni di strade. Le sue conoscenze sull’arte della lavorazione della pietra sono molto profonde: sa plasmare e modellare a sua volontà pietre dure e tenere.
Soprattutto conosce il territorio in cui opera e le cave idonee, da cui estrarre la materia prima per la destinazione d’uso. Nello specifico, mi piace presentare ai lettori l’ultimo di queste figure presenti in Altamura: Nicola Cappiello, il cui testimone, probabilmente sarà rilevato dal figlio Angelantonio (48 anni), dal momento che è stato licenziato il mese scorso da un’azienda.
Nicola è nato il 29 giugno 1942, primo di dieci figli, quindi in una tipica famiglia numerosa della nostra città del secolo scorso. Oggi è impensabile, nonostante il benessere e l’agiatezza delle abitazioni fornite di ogni confort igienico, trovare famiglie con una prole così elevata. Eppure, Nicola con i suoi genitori e fratelli e sorelle abitava in Vico Trinità, in un monolocale dove mancava di tutto.
Il claustro, per intenderci si trova alle spalle della parrocchia della SS. Trinità, oggi intercomunicante con la “Pasticceria delle Mura”, situato in Corso Umberto (di fronte al Palazzo Persio). Un vicoletto umido, dominato dall’ombra delle alti pareti della chiesa e dal caseggiato circostante che non permettono ai raggi del sole di raggiungere le poche abitazioni presenti in loco, se non per pochi minuti allo zenit, cioè quando il sole è in perpendicolare a mezzogiorno. Questo il breve quadretto della famiglia di Nicola.
Ci conosciamo da piccoli, siamo quasi coetanei; lo scrivente frequentava la parrocchia e il circolo parrocchiale per attività ludiche, mentre il nostro era di casa nel rione Foggiali. Inizia la sua carriera come scalpellino in età adolescenziale, quando in Italia non c’era ancora la legge contro lo sfruttamento minorile. Per sfamare la famiglia, i genitori avevano bisogno del sostegno anche di quelle tenere braccia. Il suo primo maestro è Giacomo Cappiello, omonimo di cognome. Da giovane aderisce al movimento giovanile del Partito Comunista negli anni 1960, la cui fede è ancora oggi “corazzata” da un indissolubile patto di coerenza, nonostante il mutamento degli scenari politici e la metamorfosi a cui si è sottoposto il suo partito d’origine negli ultimi anni. Tanto da fondare ex-novo una sezione del Partito di Rifondazione Comunista divenendo egli stesso segretario sezionale.
In occasione della ripavimentazione di Corso Federico II di Svevia sotto l’Amministrazione Plotino, (anni 1990-1998), il suo partito fu un acceso sostenitore per l’utilizzo di una pietra più dura e dotata di una particolare “spuntatura” in superficie che non si levigasse in breve tempo. Il nostro Nicola si fece promotore della messa a disposizione del suo Partito e dell’Amministrazione delle campionature di pietre e del tipo di lavorazione che proponeva. Purtroppo, l’Amministrazione Plotino decise di utilizzare, per la basolatura del centralissimo Corso Federico II, una pietra proveniente da una cava di un vicino Comune, a dispetto di quanto si consigliava dal punto di vista tecnico. La sua offerta fu osteggiata fino all’ultimo, tanto da soffrire ancora oggi di un’endemica ostilità verso tutte le amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli ultimi due decenni. La sua bravura, le sue competenze tecniche nella lavorazione della pietra, soprattutto nella pavimentazione di strade, ripristino di marciapiedi non hanno mai incontrato il favore del nostro Comune, provocando nel suo orgoglio di piccolo artigiano locale, una profonda ferita.
A dispetto di tanta avversione, poiché nessuno è profeta in patria, si è fatto strada realizzando lavori fuori zona. Nicola è orgoglioso di citarli: pavimentazioni in pietra locale presso privati ad Altamura, a Laterza; a Gioia del Colle presso un Agriturismo; a Bari, nella città vecchia nelle vicinanze della Chiesa di S. Nicola dove giocava il famoso giocatare Cassano. Ha basolato anche l’area intorno alla Basilica di S. Nicola. In Basilicata ha eseguito numerosi lavori ad Accettura, a Forenza; a Matera ha pavimentato tutta l’arteria principale dei Sassi. Ad Altamura invece ha realizzato la pavimentazione dei marciapiedi delle Mura Megalitiche e qualche lavoretto in Cattedrale.
(tratto da LAB n. 20)
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