mercoledì 23 marzo 2011

Nicola Cappiello, l'ultimo degli scalpellini

Di Gianni Mercadante

Lo scalpellino, un operaio tra artigiano e scultore della pietra, rientra tra quelle figure che hanno segnato il tempo dell’umanità attraverso i manufatti marmorei, lapidei, ornamenti di cattedrali, chiese, nonchè emblemi di famiglie nobili (stemmi) ed ecclesiastici, decorazioni di palazzi, pavimentazioni di strade. Le sue conoscenze sull’arte della lavorazione della pietra sono molto profonde: sa plasmare e modellare a sua volontà pietre dure e tenere.

Soprattutto conosce il territorio in cui opera e le cave idonee, da cui estrarre la materia prima per la destinazione d’uso. Nello specifico, mi piace presentare ai lettori l’ultimo di queste figure presenti in Altamura: Nicola Cappiello, il cui testimone, probabilmente sarà rilevato dal figlio Angelantonio (48 anni), dal momento che è stato licenziato il mese scorso da un’azienda.

Nicola è nato il 29 giugno 1942, primo di dieci figli, quindi in una tipica famiglia numerosa della nostra città del secolo scorso. Oggi è impensabile, nonostante il benessere e l’agiatezza delle abitazioni fornite di ogni confort igienico, trovare famiglie con una prole così elevata. Eppure, Nicola con i suoi genitori e fratelli e sorelle abitava in Vico Trinità, in un monolocale dove mancava di tutto.

Il claustro, per intenderci si trova alle spalle della parrocchia della SS. Trinità, oggi intercomunicante con la “Pasticceria delle Mura”, situato in Corso Umberto (di fronte al Palazzo Persio). Un vicoletto umido, dominato dall’ombra delle alti pareti della chiesa e dal caseggiato circostante che non permettono ai raggi del sole di raggiungere le poche abitazioni presenti in loco, se non per pochi minuti allo zenit, cioè quando il sole è in perpendicolare a mezzogiorno. Questo il breve quadretto della famiglia di Nicola.

Ci conosciamo da piccoli, siamo quasi coetanei; lo scrivente frequentava la parrocchia e il circolo parrocchiale per attività ludiche, mentre il nostro era di casa nel rione Foggiali. Inizia la sua carriera come scalpellino in età adolescenziale, quando in Italia non c’era ancora la legge contro lo sfruttamento minorile. Per sfamare la famiglia, i genitori avevano bisogno del sostegno anche di quelle tenere braccia. Il suo primo maestro è Giacomo Cappiello, omonimo di cognome. Da giovane aderisce al movimento giovanile del Partito Comunista negli anni 1960, la cui fede è ancora oggi “corazzata” da un indissolubile patto di coerenza, nonostante il mutamento degli scenari politici e la metamorfosi a cui si è sottoposto il suo partito d’origine negli ultimi anni. Tanto da fondare ex-novo una sezione del Partito di Rifondazione Comunista divenendo egli stesso segretario sezionale.

In occasione della ripavimentazione di Corso Federico II di Svevia sotto l’Amministrazione Plotino, (anni 1990-1998), il suo partito fu un acceso sostenitore per l’utilizzo di una pietra più dura e dotata di una particolare “spuntatura” in superficie che non si levigasse in breve tempo. Il nostro Nicola si fece promotore della messa a disposizione del suo Partito e dell’Amministrazione delle campionature di pietre e del tipo di lavorazione che proponeva. Purtroppo, l’Amministrazione Plotino decise di utilizzare, per la basolatura del centralissimo Corso Federico II, una pietra proveniente da una cava di un vicino Comune, a dispetto di quanto si consigliava dal punto di vista tecnico. La sua offerta fu osteggiata fino all’ultimo, tanto da soffrire ancora oggi di un’endemica ostilità verso tutte le amministrazioni comunali che si sono avvicendate negli ultimi due decenni. La sua bravura, le sue competenze tecniche nella lavorazione della pietra, soprattutto nella pavimentazione di strade, ripristino di marciapiedi non hanno mai incontrato il favore del nostro Comune, provocando nel suo orgoglio di piccolo artigiano locale, una profonda ferita.

A dispetto di tanta avversione, poiché nessuno è profeta in patria, si è fatto strada realizzando lavori fuori zona. Nicola è orgoglioso di citarli: pavimentazioni in pietra locale presso privati ad Altamura, a Laterza; a Gioia del Colle presso un Agriturismo; a Bari, nella città vecchia nelle vicinanze della Chiesa di S. Nicola dove giocava il famoso giocatare Cassano. Ha basolato anche l’area intorno alla Basilica di S. Nicola. In Basilicata ha eseguito numerosi lavori ad Accettura, a Forenza; a Matera ha pavimentato tutta l’arteria principale dei Sassi. Ad Altamura invece ha realizzato la pavimentazione dei marciapiedi delle Mura Megalitiche e qualche lavoretto in Cattedrale.

(tratto da LAB n. 20)

Il Pd riparte da Cornacchia

Di Antonio Ferrante

Qual'è la situazione attuale del Pd altamurano?


Non siamo al top dei nostri desideri, ma neanche in grande sofferenza come taluna stampa vuol far credere. La giusta critica la accettiamo e ci sprona a fare meglio, le attese dei nostri simpatizzanti , militanti o addirittura ostili per delusione subita, sono notevoli. Chiediamo di essere giudicati per l’impegno e la qualità che il Partito Democratico esprime. Il motto che posso coniare è: stiamo lavorando per la città.

La nomina a segretario è arrivata in un momento particolare che ha visto il Pd ricevere diverse batoste. Come pensa di ripristinare l'attrattività del partito?

Questa città è particolare, ha una inspiegabile tendenza a votare Centro Destra, nonostante nell’ultimo ventennio ha governato per quasi 17 anni con risultati disastrosi. Tutti gli indici di valutazione , in ogni campo, sono in negativi, avendo avuto la opportunità, specialmente nel primo decennio, di dare una svolta epocale, il treno passa una sola volta. Hanno distrutto un patrimonio economico - sociale invidiato dall’intera nazione. Certamente le nostre proposte sono state poco chiare, e non ci hanno consentito di essere credibili. Dobbiamo avere la capacità di presentarci con un programma e una strategia chiara. In tutta onestà, è la qualità politica, e della classe dirigente in generale che manca nella nostra città. Il coraggio di mettersi in gioco di quei cittadini capaci che, aimè, stanno sempre alla finestra. Come Partito Democratico altamurano, abbiamo da subito voluto essere presente con la “festa Democratica”, ponendo il seme. Ora siamo in condizione di comunicare meglio alla città, abbiamo creato il sito web pdaltamura.it, ogni cittadino potrà interagire. Stiamo puntando e incentivando la formazione dei giovani , per noi è imprescindibile: c’è stato un periodo di approfondimento a Santeramo, alcuni frequentano la scuola indetta dalla Diocesi, ci accingiamo ad incontri monotematici con la partecipazione di tutti coloro che lo desiderano, l’avviso sarà sul sito. Il Partito Democratico è nato perché abbiamo l’ambizione di voler parlare alla complessità del Paese e recuperare tutti insieme i voti degli scontenti ovunque siano. Con una nuova Politica, fresca, concreta, trasparente; per dare una speranza ai giovani, alle donne, alle partite IVA, ai lavoratori e a quel ceto medio maltrattato ed impoverito, dal governo Berlusconi e dalla miopia politica del Sindaco Stacca.

Un suo giudizio sull'amministrazione Stacca.

Noi abbiamo cultura di governo. Avrei voluto confrontarmi con l’Amministrazione Stacca sul metodo, l’etica dei comportamenti e l’interesse generale della intera comunità. Non ci è stato dato alcuna possibilità, sia nel primo mandato, con la presenza in Consiglio, che attualmente come responsabile del partito. E’ nel Dna di questa amministrazione, e di chi la guida, la delegittimazione dell’avversario. Ha riportato le lancette della politica al medioevo. Le conseguenze le hanno subite i cittadini, gli imprenditori ed il tessuto sociale complessivo, manca la capacità di “governo del bene comune”, è un clima da continua campagna elettorale, mi auguro che altre istituzioni si rendano conto di tale danno.

Si è venduto il governo del fare, nella migliore delle ipotesi si è fatto poco e male, nulla di strategico. Gli impegni gravosi enunciati 6 anni fa mai affrontati: area mercatale, piano urbanistico generale, parcheggi, integrazione delle periferie. Ritardi nel consegnare opere con costi lievitati, opere con cantieri infiniti come pavimentazione e mancanza di allacciamento fogna nella zona artigianale. Realizzazione di opere discutibilissime (via Treviso). Piano Sociale continuamente osteggiato o piegato a fini solo prettamente elettoralistici. Milioni di euro sciupati in vigilanza e telesorveglianza, una Z.T.L.( zona a traffico limitato) da Corte dei Conti. Tutto questo noi lo abbiamo sempre denunciato nelle sedi competenti anche se qualcuno non ha voluto sentire.

Dopo il passaggio di Colonna e Panaro in maggioranza si assottigliano le fila della minoranza. Come giudica la decisione dei due consiglieri?

Inspiegabile per il consigliere Panaro, proveniente dal Popolarismo Sturziano, e confluito in un indistinto contenitore, non c’è coerenza. Raccapricciante per il Consigliere Colonna Lillino, non so quale unguento sia stato usato per rimarginare le ferite sanguinanti nei 5 anni di opposizione. La sua battaglia veemente, martellante, e confluita nella splendida notte della chiusura della campagna elettorale contro la famigerata amministrazione Stacca, tutto un folclore! Immagino gli elettori e quanti hanno messo il loro volto, per contrastare il perverso disegno dell’avversario candidato Sindaco Stacca contro il candidato sindaco Lillino Colonna. Ogni stagione ha i suoi frutti, spetta agli elettori giudicare e discernere.

Quali sono i rapporti del Pd con le altre forze di minoranza?

Leali e di collaborazione, stiamo facendo valere il senso di responsabilità in ogni comportamento. Quando si sta all’opposizione, la ragione sociale è fare l’opposizione all’Amministrazione Stacca, bisogna aprire gli occhi ai concittadini sui danni che sta producendo. Se vogliamo dar vita ad una alleanza che possa governare questa città, la ragione sociale è spiegare ai nostri concittadini quali sono le soluzioni credibili e autorevoli per risolvere i loro problemi in maniera diversa da quello che sta facendo il Sindaco Stacca e la sua maggioranza.

(tratto da LAB n. 20)